giovedì 5 gennaio 2012

ORTOTERAPIA


Vi è mai capitato di sentirvi più rilassati dopo una camminata al parco? Le piante, è stato dimostrato, hanno un'azione terapeutica.
L’ortoterapia, che sta per Horticultural Therapy, da tradursi più correttamente con “terapia assistita dalle piante” o con “riabilitazione attraverso la natura”, è una forma di cura volta al miglioramento fisico e psicologico dell’individuo tramite l’interazione, anche solo visiva, con la natura. Si basa cioè sul presupposto, dimostrato con varie ricerche scientifiche, che la vista di un paesaggio verde diminuisca il livello di stress nell’individuo, migliorandone l’umore.
Secondo gli esperti di ortoterapia gli ospedali dovrebbero quindi aumentare le aree verdi, riprendendo la struttura architettonica delle case di cura ottocentesche ricche di giardini. In quel periodo veniva infatti riservato alle piante un importate ruolo perché si era consapevoli (pur non disponendo di prove scientifiche) del loro effetto positivo.
Ma l’ortoterapia affonda le radici ancor più lontano: in tutte le antiche civiltà l’albero era considerato ricco di grande potere benefico. Basti pensare che in alcune tecniche terapeutiche orientali, come nel Qi Gong cinese, si prescriveva di abbracciare un albero per ottenere da esso sostegno energetico oltre che un contatto rassicurante. Nel medioevo, poi, i monaci crearono spesso giardini affinché gli ammalati si distraessero e superassero i momenti di depressione legati alla malattia.
Per un approccio più rigoroso sull’interazione uomo-pianta bisogna però attendere gli studi di Benjamin Rush, il padre della psichiatria americana, il quale, a fine Settecento, affermava che lavorare il terreno aveva un benefico effetto sulla salute mentale.
Ai nostri giorni sono i Paesi anglosassoni, Stati Uniti in testa, a guidare la ricerca e la sperimentazione terapeutica dell’ortoterapia, un ambito in cui rientrano anche la pratica del giardinaggio terapeutico e l’utilizzo da parte di disabili fisici e psichici di giardini terapeutici.
Nei paesi dove l’ortoterapia è una scienza consolidata la progettazione di parchi e giardini segue schemi di orientamento ben precisi, scelta delle piante più adatte allo scopo. I gardens nascono presso scuole, carceri, ospedali, case di riposo, centri educativi e psichiatrici, ma spesso anche presso orti botanici.
Il Italia qualcosa comincia a muoversi, giardini e parchi già esistenti vengono riadattati allo scopo, con progetti di percorsi intesi come una passeggiata continua, priva di incroci e possibili cause di smarrimento, senza barriere e gradini e contrasti violenti luce-ombra. Di grande importanza la vegetazione con particolari tipi arborei quali il Ginko biloba, l’albizia, il salice piangente, la mimosa e la sughera ed in generale piante da fiore e tutte le aromatiche per stimolare la vista e l’odorato, l’udito viene stimolato dal rumore delle foglie ma anche dall’acqua che è un elemento fondamentale in un giardino, anche dal punto di vista estetico ed energetico. Il tatto è stimolato da essenze arboree come la sughera ma anche da vasi e contenitori con diverse caratteristiche. L’olfatto è stimolato da essere odorose quali le piante aromatiche. La vista è stimolata da piantumazioni che generano fioriture varie e scaglionate nel tempo e dall’inserimento di pietre naturali di diversi colori.
La horticultural therapy nelle sue varie forme (giardinaggio terapeutico, giardini terapeutici e healing landscape cioè interazione visiva con un paesaggio verde) rappresenta quindi una terapia di sostegno alle tradizionali cure mediche. Ma un punto deve essere ben chiaro: dall’ortoterapia possono trarre beneficio non solo malati o disabili. Tutti noi ci rigeneriamo in corpo e spirito passeggiando per un parco, prendendoci cura dei fiori nel giardino o semplicemente aguzzando la vista tra grattaceli alla ricerca di uno scorcio verde. Certamente ne avrete già fatto esperienza: ma ora sapete che il merito è tutto dell’azione terapeutica delle piante..


fonte
Green Mind
http://greenmindmentiverdi.blogspot.com/2011/01/vi-e-m-ai-capitato-di-sentirvi-piu.html